Un’indagine indipendente recentemente pubblicata ha scoperto che la Commissione Europea ha promosso gli interessi dell’industria nella sua proposta di legge per regolamentare la diffusione online di materiale pedopornografico.

Un’indagine indipendente recentemente pubblicata ha scoperto che la Commissione Europea ha promosso gli interessi dell’industria nella sua proposta di legge per regolamentare la diffusione online di materiale pedopornografico.
Una ricerca pubblicata ieri da diversi media europei ha rivelato che una campagna internazionale a sostegno della proposta di regolamentazione dell’UE sugli abusi sessuali sui minori è stata in gran parte orchestrata e finanziata da una rete di organizzazioni con collegamenti con l’industria tecnologica e i servizi di sicurezza
Il video dell’eurodeputato pirata Patrick Breyer all’iniziativa del Privacy Pride, che si è tenuta il 23 sttembre in quattro città italiane: Roma, Milano, Torino e Genova
A causa delle massicce proteste contro i piani dell’UE di ricerca indiscriminata di tutti i messaggi privati mediante algoritmi soggetti a errori (CSAR), non esiste attualmente una maggioranza qualificata per il piano della Presidenza spagnola del Consiglio di far adottare una forma ancora più estrema della proposta adottata da I governi dell’UE il 28 settembre.
Partecipa all’azione #CelebrateEncryption e condividi le foto di te e dei tuoi amici promuovendo la privacy e celebrando la crittografia.
Nella disputa sulla perquisizione di tutti i messaggi privati e le foto (#ChatControl) alla ricerca di contenuti sospetti, è trapelata una proposta della presidenza spagnola che gli ambasciatori discuteranno giovedì e che dovrebbe ottenere la maggioranza per la proposta di regolamento #ChatControl alla seduta fine del mese.
Ieri WeMove, EDRi, EPSU e altri hanno consegnato 100.000 firme di cittadini dell’UE: le cartelle cliniche dovrebbero essere divulgate solo con il consenso del paziente! #EHDS
La Corte di giustizia europea ha rilasciato oggi importanti chiarimenti sulla trasparenza dello sviluppo della tecnologia di sorveglianza finanziato dall’UE in risposta a una causa sulla trasparenza intentata dall’eurodeputato Dr Patrick Breyer
La nuova serie di regole non merita il nome di “costituzione digitale”, perché l’accordo non riesce a proteggere i nostri diritti fondamentali in rete.
Il Consiglio degli Stati membri dell’UE sta per finalizzare la propria posizione sul controverso regolamento CSA (child sexual abuse). Tuttavia, l’ultima serie di emendamenti del Consiglio, proprio come l’originale della Commissione europea, approva misure che equivalgono alla sorveglianza di massa e che minerebbero fondamentalmente la crittografia end-to-end.