La nuova serie di regole non merita il nome di “costituzione digitale”, perché l’accordo non riesce a proteggere i nostri diritti fondamentali in rete.
Tag: Digital Services Act
Mentre le nuove regole per navigare e competere nel mondo digitale sono attese da tempo, le forti pressioni da parte di Big Tech hanno portato a un risultato in definitiva deludente del Digital Services Act e a un’opportunità persa per proteggere i nostri diritti digitali. Tuttavia, i deputati di Pirate Party sono riusciti a prevenire ulteriori attacchi alla nostra privacy online e hanno persino ottenuto significativi successi nel Digital Markets Act, in particolare con i nuovi obblighi di interoperabilità per le piattaforme
Digital Service Act: il Parlamento ha sprecato una grande opportunità per rendere Internet più equo e più facile da usare per i cittadini europei e gli interessi dell’industria e dei governi hanno purtroppo prevalso sulle libertà civili
Abbiamo fornito risposte chiare e talvolta rivoluzionarie al monopolio di Internet da parte di alcune grandi società il cui modello di business si basa sullo spionaggio e sulla manipolazione degli utenti per i ricavi pubblicitari e che si traduce nella censura e nella de-piattaforma degli utenti a volere. Vogliamo che il Digital Services Act sia un punto di svolta per la tutela dei nostri diritti fondamentali nell’era digitale!”
Un importantissimo studio del gruppo dei Verdi e dei Pirati al Parlamento Europeo sulle piattaforme collaborative e federate: 5 modelli di governance alternativi come Wikipedia, Diaspora, Mastodon, Der Standard e Slashdot
Riportiamo il comunicato del PP-EU sul nuovo Digital Services Act che ha lasciato delusione per la negazione di…
Riportiamo in italiano il discorso che, oggi 6 dicembre, il Pirata Marcel Kolaja, vicepresidente del Parlamento Europeo, ha…