Riportiamo il post pubblicato ieri 27 febbraio dall’europarlamentare pirata Patrick Breyer
Oggi 28 febbraio, su iniziativa del Partito Pirata Europeo, il Parlamento europeo discuterà dell’imminente estradizione e del procedimento giudiziario del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, e delle sue implicazioni sulla libertà di stampa. Lunedì, con una votazione ristretta, la maggioranza dei deputati ha deciso di richiedere alla Commissione europea e al Consiglio dichiarazioni sul caso seguite da un dibattito politico.
Patrick Breyer, eurodeputato del Partito Pirata tedesco, è felice:
“Abbiamo posto fine al silenzio dell’UE e al guardare dall’altra parte su Assange. I doppi standard solo perché gli Stati Uniti sono un alleato minano la credibilità dell’Europa quando si tratta di difendere i diritti umani.
Gli Stati Uniti vogliono una sentenza esemplare per il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, per assicurarsi che nessuno oserà mai più far trapelare informazioni interne che smascherano crimini di guerra, detenzioni illegali, violazioni dei diritti umani e torture da parte della potenza mondiale. Per noi Pirati, tale trasparenza è sia una missione che un obbligo, perché la trasparenza è l’unico modo per ritenere i potenti responsabili dei crimini di Stato e fermare gli abusi di potere. Ecco perché chiediamo il rilascio di Julian Assange.
Quando ho sollevato il caso Assange durante un viaggio negli Stati Uniti da parte della Commissione Affari Interni, i rappresentanti del governo mi hanno detto che ogni giornalista sarebbe stato perseguito secondo gli stessi standard. In altre parole, qui sono in gioco la libertà di stampa e il giornalismo investigativo, il nostro diritto alla verità e alla giustizia.
Il mondo ora guarda al Regno Unito e al suo rispetto dei diritti umani e della Convenzione sui diritti umani. Il rapporto della Gran Bretagna con l’UE è a rischio se non riesce a rispettare i suoi obblighi”.
In precedenza, un gruppo di 46 eurodeputati di diversi gruppi politici aveva già inviato un ultimo appello al ministro dell’Interno britannico per proteggere il fondatore di Wikileaks Julian Assange e impedire la sua possibile estradizione negli Stati Uniti. In una lettera al Ministro degli Interni britannico la scorsa settimana, i firmatari hanno sottolineato le loro preoccupazioni sul caso Assange e sull’impatto sulla libertà di stampa, nonché sui gravi rischi per la salute di Assange in caso di estradizione negli Stati Uniti. Secondo la lettera il governo americano tenta per la prima volta di utilizzare l’Espionage Act del 1917 contro un giornalista ed editore. Se gli Stati Uniti avessero successo e Assange venisse estradato, ciò significherebbe una ridefinizione del giornalismo investigativo. Estenderebbe l’applicazione delle leggi penali statunitensi a tutto il mondo e anche ai cittadini non statunitensi, senza estendere l’applicazione della garanzia costituzionale statunitense della libertà di espressione.
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