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I ministri della UE vogliono una data retention europea. Breyer: mai più sorveglianza di stato!

Se c’è una cosa che abbiamo imparato dai regimi totalitari del passato sul suolo tedesco, è che non dobbiamo mai più permettere l’instaurazione di uno stato di sorveglianza.
Il post di Patrick Breyer

Pubblichiamo il post apparso sul sito del Partito pirata europeo con le dichiarazioni dell’europarlamentare Patrick Breyer.

Bruxelles, 12/03/2021 – La stragrande maggioranza dei ministri della giustizia dell’UE ieri ha nuovamente convocato una nuova raccolta a livello europeo di dati sul traffico e sull’ubicazione dell’intera popolazione (conservazione dei dati). Nel corso della riforma della ePrivacy, il Consiglio dell’UE vuole creare scappatoie legali al fine di aggirare diverse sentenze della Corte di giustizia sulla sproporzionalità di tale conservazione dei dati.

Il commissario per la giustizia Reynders ha detto dopo la riunione di ieri che la Commissione europea voleva innanzitutto stabilire cosa sarebbe possibile secondo le sentenze della Corte di giustizia. Dopo di che restava da vedere se si potesse trovare una posizione comune.

L’eurodeputato tedesco e attivista per le libertà civili Patrick Breyer (Partito dei pirati) spiega:

“Dopo ripetute sconfitte in tribunale, la parola ‘conservazione dei dati’ apparentemente mette i governi europei in una vera e propria frenesia per la raccolta dei dati, in cui non sono più disposti a riconoscere i fatti: le leggi sulla conservazione dei dati non hanno avuto effetti misurabili sul crimine tasso o il tasso di eliminazione del crimine in qualsiasi paese dell’UE [1]. Le richieste di dati sulle comunicazioni raramente hanno esito negativo, anche in assenza di una normativa indiscriminata sulla conservazione dei dati [2]. Il “Clearance Rate” (che misura il rapporto tra procedimenti definiti e procedimenti nuovi, ndr) per il crimine informatico in Germania, ad esempio, è del 58,6% e superiore alla media anche senza la conservazione dei dati IP. È caduto quando è stata emanata per la prima volta la legislazione sulla conservazione dei dati.

Nessun’altra legge sulla sorveglianza invade così profondamente la nostra privacy come la conservazione indiscriminata dei nostri contatti, movimenti e connessioni Internet. Il pericolo maggiore attualmente deriva dalla recente approvazione da parte della Corte di giustizia europea della conservazione dei dati sulla proprietà intellettuale, che consentirebbe al governo di rintracciare per mesi l’uso privato di Internet di qualsiasi cittadino e di identificare gli pseudonimi. Ciò metterebbe in pericolo gli informatori e gli attivisti politici. I criminali possono facilmente aggirare questa totale sorveglianza utilizzando servizi di anonimizzazione, ma colpirebbe gli utenti ordinari”. 

“Se c’è una cosa che abbiamo imparato dai regimi totalitari del passato sul suolo tedesco, è che non dobbiamo mai più permettere l’instaurazione di uno stato di sorveglianza”.

[1] Studio: nessun effetto statisticamente rilevante della conservazione dei dati https://www.patrick-breyer.de/?p=593219

[2] Studio: richieste di dati sul traffico raramente non riuscite anche senza conservazione dei dati https://www.patrick-breyer.de/?p=594061

A cura di Informapirata