Riportiamo la traduzione del post pubblicato da Patrick Breyer sul suo blog
Poco prima di un incontro decisivo a Bruxelles, l’esperto di diritti digitali ed ex membro del Parlamento europeo, il Dott. Patrick Breyer, lancia l’allarme. Con un “ingannevole gioco di prestigio”, un controllo obbligatorio e ampliato della messaggistica privata viene imposto dalla porta sul retro, in una forma ancora più invasiva del piano inizialmente respinto. Il pacchetto legislativo potrebbe ricevere il via libera domani in una sessione a porte chiuse del gruppo di lavoro dell’UE .
“Si tratta di un inganno politico di primissimo ordine”, avverte Breyer. “A seguito di forti proteste pubbliche, diversi Stati membri, tra cui Germania, Paesi Bassi, Polonia e Austria, hanno detto ‘No’ alla scansione indiscriminata dei messaggi. Ora sta tornando dalla porta sul retro, mascherato, più pericoloso e più completo che mai. L’opinione pubblica viene presa in giro”.
Secondo Breyer, la nuova proposta di compromesso è un cavallo di Troia contenente tre pillole avvelenate per la libertà digitale:
1. SCANSIONE OBBLIGATORIA DELLA MESSAGGISTICA – MASCHERATA DA “MITIGAZIONE DEL RISCHIO”
Ufficialmente, gli obblighi espliciti di scansione sono stati eliminati. Ma una scappatoia nell’articolo 4 della nuova bozza obbliga i fornitori di servizi di posta elettronica, chat e messaggistica come WhatsApp ad adottare “tutte le misure appropriate di mitigazione del rischio”. Ciò significa che possono ancora essere obbligati a scansionare tutti i messaggi privati, anche su servizi crittografati end-to-end.
“La scappatoia rende inutile la tanto decantata rimozione degli ordini di rilevamento e ne nega la presunta natura volontaria”, afferma Breyer. “Anche la scansione lato client (CSS) sui nostri smartphone potrebbe presto diventare obbligatoria: la fine della crittografia sicura”.
2. SORVEGLIANZA TOTALE DELLE CHAT DI TESTO: UNA “CACCA ALLE STREGHE DIGITALE”
Il “chatcontrol”, presumibilmente volontario, va ben oltre la scansione di foto, video e link di cui si è parlato in precedenza. Ora, algoritmi e intelligenza artificiale possono essere utilizzati per analizzare in massa i testi delle chat private e i metadati di tutti i cittadini alla ricerca di parole chiave e segnali sospetti.
“Nessuna intelligenza artificiale può distinguere in modo affidabile tra un flirt, il sarcasmo e un ‘adescamento’ criminale”, spiega Breyer. “Immaginate che il vostro telefono controlli ogni conversazione con il vostro partner, vostra figlia, il vostro terapeuta e la trasmetta solo perché da qualche parte compare la parola ‘amore’ o ‘incontro’. Questa non è protezione dei minori, è una caccia alle streghe digitale. Il risultato sarà un’ondata di falsi positivi, che metterà cittadini innocenti sotto il sospetto generale ed esporrà masse di chat e foto private, persino intime, a sconosciuti”. Nell’ambito dell’attuale programma di scansione volontaria “Chat Control 1.0”, la polizia federale tedesca (BKA) avverte già che circa il 50% di tutte le segnalazioni sono irrilevanti dal punto di vista penale, il che equivale a decine di migliaia di chat legali trapelate all’anno.
3. ARRESTI DOMICILIARI DIGITALI PER GLI ADOLESCENTI E FINE DELLA COMUNICAZIONE ANONIMA
All’ombra del dibattito sul Chat Control, vengono approvate altre due misure disastrose:
- La fine della comunicazione anonima: per identificare in modo affidabile i minori, come richiesto dal testo, ogni cittadino dovrebbe presentare un documento d’identità o sottoporsi a scansione facciale per aprire un account di posta elettronica o di messaggistica. “Questa è la fine di fatto della comunicazione anonima online: un disastro per informatori, giornalisti, attivisti politici e persone in cerca di aiuto che fanno affidamento sulla protezione dell’anonimato”, avverte Breyer.
- “Arresti domiciliari digitali”: gli adolescenti sotto i 16 anni rischiano il divieto assoluto di usare WhatsApp, Instagram, giochi online e innumerevoli altre app con funzioni di chat, presumibilmente per proteggerli dal fenomeno dell’adescamento. “Isolamento digitale invece di istruzione, protezione attraverso l’esclusione invece che attraverso l’emancipazione: tutto questo è paternalistico, lontano dalla realtà e un’assurdità pedagogica”.
APPELLO URGENTE: I GOVERNI DEVONO ORA USARE IL LORO DIRITTO DI VETO!
Diversi governi dell’UE, tra cui quelli di Germania, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Lussemburgo, Finlandia, Austria ed Estonia, hanno già espresso una forte opposizione alla scansione di massa indiscriminata.
“Ora, questi governi devono mostrare un po’ di spina dorsale!”, chiede Breyer. “Bloccate questo compromesso farsa in Consiglio e chiedete correzioni immediate per salvare i diritti fondamentali di tutti i cittadini. Il Parlamento europeo ha già dimostrato, al di là delle divisioni politiche, come la tutela dei minori e la libertà digitale possano essere conseguite insieme”.
Breyer suggerisce le seguenti correzioni immediate prima che qualsiasi governo possa dare il suo consenso:
- Nessun controllo obbligatorio della chat attraverso backdoor: chiarire che le scansioni non possono essere imposte come “mitigazione del rischio”.
- Nessuna polizia di chat basata sull’intelligenza artificiale: limitare la scansione al materiale noto per abusi sessuali su minori (CSAM).
- Nessuna sorveglianza di massa: consentire la sorveglianza mirata dei sospettati solo in base a un ordine del tribunale.
- Preservare il diritto all’anonimato: i requisiti obbligatori di verifica dell’età devono essere aboliti.
“Ci stanno vendendo sicurezza, ma ci stanno consegnando una macchina di sorveglianza totale”, conclude Breyer. “Promettono protezione per i minori, ma li puniscono e criminalizzano la privacy. Questo non è un compromesso: è una frode ai danni dei cittadini. E nessun governo democratico dovrebbe rendersi complice”.
Informazioni su Patrick Breyer:
Patrick Breyer è un giurista, esperto di diritti digitali ed ex membro del Parlamento europeo (Partito Pirata) fino al 2024. In qualità di co-negoziatore della posizione del Parlamento sul regolamento chatcontrol (CSAR), è uno dei principali critici europei della sorveglianza di massa indiscriminata.
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