Riportiamo qui il post pubblicato oggi 7 novembre dall’europarlamentare pirata Patrick Breyer sul suo blog
Ieri il Parlamento e il Consiglio dell’UE hanno concordato nuove regole sulla trasparenza e sulla focalizzazione della pubblicità politica. Il Parlamento è stato in grado di garantire una libreria accessibile al pubblico di pubblicità politica online, ma indirizzare i messaggi politici in base alle preferenze individuali, ai punti deboli, alla situazione e alla personalità di ciascun utente rimarrà legale (la cosiddetta pubblicità di sorveglianza). Patrick Breyer, parlamentare europeo e combattente per la libertà digitale del Partito Pirata, che ha co-negoziato il regolamento in seno alla Commissione per le Libertà Civili (LIBE), fa il punto:
“Le regole sugli annunci mirati sono una farsa. La manipolazione digitale delle elezioni nello stile di Cambridge Analytica, la disinformazione mirata prima di referendum come la Brexit, promesse elettorali contraddittorie a diversi gruppi elettorali – tutto questo rimane legale. I movimenti antidemocratici e antieuropei ne trarranno i maggiori benefici: potranno continuare a utilizzare la pubblicità di sorveglianza per indirizzare messaggi di odio e menzogne agli elettori che ne sono sensibili al fine di minare la nostra democrazia. Qui, il miope interesse personale di chi detiene il potere e gli interessi capitalistici di sorveglianza delle grandi tecnologie si sono combinati per creare una miscela tossica per la democrazia”.
Le regole di targeting concordate in dettaglio:
- Resta in vigore il divieto esistente nella legge sui servizi digitali di analizzare l’opinione politica, l’orientamento sessuale o lo stato di salute dell’utente a fini pubblicitari. In pratica, tuttavia, la pubblicità politica tende a basarsi sulla corrispondenza degli interessi e su altre correlazioni, il che rimane legale. Anche Cambridge Analytica non ha analizzato l’opinione politica degli utenti prima dell’elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti, ma piuttosto la loro personalità.
- Il consenso dell’utente già richiesto ai sensi del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) rimane un prerequisito per poter adattare la pubblicità politica alla situazione individuale dell’utente e profilare la sua vita digitale. Non possono essere utilizzati dati di sorveglianza di terzi. Per la prima volta il Parlamento potrebbe vietare i fastidiosi banner di consenso se l’utente rifiuta la pubblicità politica personalizzata tramite le impostazioni del browser (“non tracciare”). Il Parlamento è inoltre riuscito a garantire che il consenso alla pubblicità di sorveglianza politica non diventi un prerequisito per l’accesso ai siti web (“tracking wall”).
“Ogni utente potrà decidere a favore o contro la pubblicità di sorveglianza politica”, spiega Breyer. “Nella migliore delle ipotesi, l’accordo di ieri segna l’inizio della fine dei fastidiosi cookie banner e tracking wall. Possiamo basarci su queste basi nelle negoziazioni sull’ePrivacy ed estendere queste regole a tutti i banner. Nella peggiore delle ipotesi, le nuove regole saranno indebolite da banner di consenso progettati in modo suggestivo e da clausole di consenso nascoste nei termini e nelle condizioni. Lasciare che i singoli utenti di Internet decidano sulla protezione delle elezioni democratiche è un pericoloso fallimento del legislatore, di cui sono responsabili la Commissione europea e i governi dell’UE”.
Le nuove regole entreranno in vigore nel 2025.